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Conversione ecologica integrale: Gli enti della Chiesa alla prova dei fatti. Come passare dai principi condivisi alle azioni concrete?

Ott 13, 2021 | Editoriali

Conversione ecologica integrale: Gli enti della Chiesa alla prova dei fatti. Come passare dai principi condivisi alle azioni concrete?

L’autorevolezza di Papa Francesco come leader morale e pionieristico ispiratore dei processi di conversione ecologica integrale è indiscussa. L’approccio del Santo Padre con l’Enciclica sociale «Laudato Si’» e il movimento che ne è scaturito hanno contribuito a costruire il miglior momento possibile per valorizzare, rigenerare ed efficientare i grandi volumi degli edifici di culto, dei seminari, delle case generalizie e delle residenze collettive nonché delle altre opere come scuole, strutture sanitarie e di accoglienza.

Si rende necessario un piano operativo «tagliato su misura» per ciascun ente religioso ed ecclesiastico che preveda puntuali azioni misurabili attraverso obiettivi realistici da raggiungere in un tempo determinato. Un processo indifferibile che necessita della competenza dei laici e che abbraccia la credibilità stessa di ogni ente nel perseguire efficacemente la missione della Chiesa.

 

Il passato

Sembra trascorsa un’era geologica dalla formulazione del concetto di «sviluppo sostenibile» a Rio de Janeiro nella Conferenza ONU del 1992. Tuttavia, da allora, di strada se ne è fatta decisamente poca. Le promesse venivano disattese, una dopo l’altra, nel corso degli anni. Il tracciato si presentava lastricato di ostacoli. Il multilateralismo dei buoni propositi veniva scalfito dalle picconate degli interessi della produzione industriale globalizzata e dalla poca lungimiranza delle egoiste classi dirigenti. Nel mentre, la crisi climatica si convertiva in un processo irreversibile.

Oggi, nelle 10 principali città europee, il 14% dei casi di asma nei bambini sono da attribuire all’esposizione a sostanze inquinanti legate allo smog. I «rifugiati climatici» sono sempre più numerosi. Gli eventi atmosferici diventano, giorno dopo giorno, più violenti. Anche i negazionisti più convinti stanno ingranando rapidamente la retromarcia.

Siamo di fronte a «una sola e complessa crisi socio-ambientale». (Laudato Si’, 139)

 

Un riflettore sulla storia

Era la prima domenica di ottobre del 2020 quando Papa Francesco, nella meravigliosa cornice di Assisi, presentò al mondo l’Enciclica «Fratelli tutti».

Il Santo Padre affermò: «l’ho offerta a Dio sulla tomba di San Francesco, dal quale ho tratto ispirazione, come per la precedente Laudato Si’. I segni dei tempi mostrano chiaramente che la fraternità umana e la cura del creato formano l’unica via verso lo sviluppo integrale e la pace, già indicata dai Santi Papi Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II».

Il Papa accende un riflettore e ci mostra che i suoi predecessori avevano già seminato su questo terreno. Siamo pellegrini in un cammino di relazione con Dio e di cura del prossimo e della casa comune. Lo spirito olistico dell’ecologia integrale si trasforma nella chiave che decodifica una nuova epoca.

 

Un panorama sconfinato

L’armonia del genere umano passa attraverso un continuo dialogo con l’ambiente. Non si tratta di promuovere uno sterile e dannoso ecologismo ideologico ma di intraprendere un cammino di rinnovamento comportamentale. Non c’è conversione ecologica integrale senza che tutto arrivi ad essere concepito, inteso e vissuto come connessione, interdipendenza e inclusione positiva.

Oggi il mondo cattolico respira un nuovo slancio missionario grazie al fervore dei movimenti che incoraggiano la dedizione di giovani consapevoli e preparati.

Ascoltare il grido della Terra significa anche spogliarci dell’indifferenza che condanna i fratelli e le sorelle costretti a scappare dalle loro case in ogni angolo del mondo. A uno sfruttamento intensivo delle risorse corrisponde sempre un serio problema umano.

In quest’ottica, la conversione dei nostri stili di vita costituisce un efficace antidoto per contrastare i cambiamenti climatici e per mettere un freno alle conseguenti povertà. Ma non basta.

 

Nuovi strumenti e percorsi virtuosi

La spinta morale dell’Enciclica sociale Laudato Si’ ha ispirato percorsi virtuosi a partire dalla stessa Città del Vaticano. Già da tempo, infatti, il cuore della Chiesa cattolica si è attrezzato riguardo le più innovative pratiche ambientali. Un impegno che permetterà di raggiungere l’obiettivo delle «emissioni zero» ben prima del 2050.

Non possiamo non ricordare che, in questa direzione, è stata recentemente allestita la «Laudato Si’ Action Platform». Si tratta di un percorso operativo di 7 anni che guiderà le comunità parrocchiali e diocesane nonché gli istituti religiosi ad assumere uno stile più sostenibile.

Non è tutto. Alla 49ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani in programma a Taranto, verrà lanciato un appello a tutte le diocesi italiane alle quali è richiesto lo sforzo di diventare «carbon free».

Da ultimo, il prossimo 14 novembre – Giornata Mondiale di Preghiera per i Poveri – l’attivissimo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale metterà sul tavolo le «Guide alla Pianificazione Laudato Si’». Strumenti che coinvolgeranno istituzioni, comunità e famiglie nel comprendere come organizzarsi per rispondere a questa chiamata.

 

Quali azioni concrete per implementare una coerente credibilità?

In questa fase storica i singoli enti religiosi ed ecclesiastici possono cogliere preziose opportunità per non disperdere il patrimonio accumulato nei secoli con tanto generoso sacrificio. Dal punto di vista immobiliare, per esempio, non tutti gli edifici non più funzionali devono essere ceduti. Ciascun ente proprietario può essere supportato nel trovare soluzioni per mettere a reddito e rigenerare l’esistente grazie a progettualità di sicura rilevanza sociale e ambientale.

Le ultime tendenze dell’industria immobiliare aprono scenari per condividere i luoghi di lavoro; per affittare casa con prezzi calmierati rispetto a quelli di mercato; per rispondere alle esigenze degli studenti fuori-sede e per assistere gli anziani con soluzioni innovative.

Urgente predisporre un programma per ogni ente della Chiesa che risponda a finalità coerenti con i carismi ed in linea con la missione.

 

Un piano operativo per ciascun Ente

La conversione ecologica integrale può e deve interessare il patrimonio immobiliare ecclesiastico. L’Osservatorio Permanente sui Beni Ecclesiastici è una realtà giovane ma che raccoglie al suo interno esperienze e capacità di ampio respiro. Una squadra di singoli elementi che hanno collaborato alla genesi di numerosi progetti. Idee che, nei decenni, si sono trasformate in veri e propri modelli.

La credibilità delle sfide raccolte dalla Chiesa si determina attraverso azioni misurabili in un periodo determinato. Siamo pronti a mettere in campo un piano operativo fatto di soluzioni concrete per ogni singolo ente. L’obiettivo è realistico. La nostra apertura alla collaborazione è massima. Si tratta di avviare un nuovo ed unico processo per ogni interprete: dalla Curia Romana alle Conferenze episcopali, fino alle Diocesi per interessare le singole parrocchie raggiungendo le Congregazioni religiose, le Province e gli Istituti con tutte le attività di formazione, assistenza e ospitalità portate avanti con amore e competenza.

I grandi spazi e volumi degli immobili ecclesiastici – ancora da efficientare in chiave energetica – possono e devono diventare il banco di prova per misurare la coerenza della conversione ecologica integrale teorizzata dai pontificati degli ultimi sei decenni. Una esortazione epocale per ciascun Ente della Chiesa che interroga la coscienza di ogni credente.

Luca Antonietti - OSSBEC
Luca Antonietti

Avvocato – CEO Green Energy Plus
Master in “Diritto e gestione dell’ambiente e del territorio”, International MBA (ESIC Madrid – SISU Shanghai)

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