La quinta lezione di Economy of Francesco School alle prese con la ricchezza del linguaggio francescano nella storia del pensiero economico. Grande interesse per l’intervento di Giacomo Todeschini, professore di storia medievale all’Università di Trieste.
Ritorno alle origini
La prima edizione del corso di alta formazione online “Economy of Francesco School” sta riunendo centinaia di giovani imprenditori e studiosi da ogni parte del mondo. Un vero e proprio movimento in crescita costante. Il team dell’Osservatorio racconta ciascuna delle 12 lezioni promosse dal Comitato Scientifico di Economy of Francesco (EoF).
Il professor Luigino Bruni, al principio dello scorso marzo, diede vita al percorso formativo. Il secondo appuntamento vide il contributo del Patriarca di Gerusalemme, Mons. Pierbattista Pizzaballa. Julie Nelson ha poi intrattenuto il giovane pubblico con grande mestiere e creatività. La quarta lezione è stata dedicata ai criteri di misurazione multidimensionale della povertà e del benessere. L’intervento del professor Todeschini ha rappresentato un ritorno alle origini del pensiero economico moderno. Un importante contributo alla declinazione economica dell’esperienza francescana.
Un linguaggio economico
La scelta volontaria della povertà di Francesco d’Assisi ha irrimediabilmente influenzato la storia economica. Sono numerosi gli spunti che si possono trarre dal francescanesimo. Si trattò indubbiamente di un percorso rivoluzionario per la società medievale che faceva dell’accumulazione l’unico vero valore economico.
L’analisi deve prendere le distanze dal concetto moderno di povertà. Una povertà cercata e voluta, come quella di San Francesco, è pura beatitudine. L’esercizio positivo della libertà umana di un solo uomo è stata capace di cambiare il corso degli eventi. Dal movimento culturale francescano presero vita – nella seconda parte del Quattrocento – i Monti di Pietà. Istituzioni attive, prima solo in Italia e poi nel resto d’Europa, per soccorrere quelle famiglie che non avevano accesso al credito ad un equo tasso d’interesse. Animati da uno spirito di fraternità universale, i francescani promossero i Monti di Pietà come rimedio alla miseria e come efficace strumento di contrasto dell’usura.
L’esperienza francescana riportata da Todeschini stabilisce inoltre una connessione profonda tra tra economia e coscienza civile. In quest’ottica, le dinamiche di mercato non si possono separare dalla vita sociale. L’economia, con i suoi vizi e con i suoi pregi, è un grande specchio per ogni epoca storica. La sfida ci riguarda da vicino.
Un nuovo sistema economico
La prospettiva che ci suggerisce il francescanesimo offre alcuni spunti ideali per assestare le attuali distorsioni. Specialmente in un momento così cruciale, occorrono professionisti della finanza che sappiano mettere al primo posto i valori. In questa direzione, avvertiamo il disperato bisogno di protagonisti del mercato dotati di fides pubblica. Soltanto grazie a una nuova classe scolpita su una roccia valoriale sarà possibile costruire uno spazio economico realmente equilibrato, che avvantaggi la città.
La scelta povertà di Francesco d’Assisi è, innanzitutto, un formidabile mezzo di discernimento per orientarci tra ciò che è necessario e ciò che deve essere ritenuto superfluo. Si fa quindi urgente ridestare quel lato spirituale che accampa nella parte più profonda di ogni essere umano. Non si può edificare un sistema economico etico senza bussare alla porta dei valori fondanti della nostra persona.