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Ipotesi S.P.A. nel futuro di Cattolica Assicurazioni

Lug 15, 2020 | Osservatorio News

Da un anno, ormai, la società assicurativa Cattolica vive con la spada di Damocle della possibile trasformazione in società per azioni, nonostante il parere contrario di eminenti personalità del mondo della Chiesa. È possibile che il cambiamento sia inevitabile?

L’ultima voce che, dall’alto della sua figura, prepotentemente richiamava agli ordini i vertici della società cooperativa veronese è stato lo stesso Vescovo della città scaligera Monsignor Giuseppe Zenti che, in un’intervista a Verona Fedele – settimanale diocesano zonale -, ha tuonato: «I princìpi della solidarietà e della cooperazione rischiano di essere soffocati dal profitto».

Non è che l’ultimo intervento sul destino in bilico della Cattolica che dopo la richiesta di ricapitalizzazione di 500 milioni di euro entro Settembre dell’Ivass, si trova ora davanti a un bivio storico.

La Società Cattolica di Assicurazione è una società cooperativa italiana con quasi 24mila soci che ormai è attiva da più di 100 anni. Fondata nel 1896, infatti, nasce con lo scopo di tutelare i piccoli proprietari terrieri della zona veneta prima, e a livello nazionale successivamente, dai danni naturali provocati da incendi, intemperie e altri disastri similari.
Nata in forma cooperativa e, perciò, amministrata da un’assemblea di soci-assicurati, nel 2000 la compagnia è stata quotata a Milano, in Piazza Affari e nel 2007 è stata acquisita, fino ad arrivare al 15% della proprietà, dalla Banca Popolare di Vicenza.
Ma è nel 2017 che avviene il cambio più importante a livello gestionale: infatti, dopo un blitz effettuato sulla fallimentare banca vicentina, Warren Buffett – già noto alle cronache in quanto uno degli uomini più ricchi al mondo, secondo Forbes – diviene con il 9.05% delle azioni il primo azionista. Ed è da questa scalata che le voci sulla trasformazione della forma societaria della compagnia assicurativa in spa si fanno sempre più insistenti, dapprima con cambi di tipologia di governance, con Buffett che riesce ad entrare a pieno diritto nel cda – ora ridotto a 17 membri, e poi col cambio di amministratore delegato a Carlo Ferraresi, più incline alle trasformazioni volute dal finanziere americano.

Ora il destino della compagnia pare deciso, nonostante le rimostranze della curia veronese. Alle condizioni di mercato attuale, infatti, la governance della Cattolica sembra essere capace di trovare solo 300 milioni, troppo pochi rispetto alla richiesta iniziale. Ma questa scelta, oltre che essere devastante a livello etico cambiando completamente il modus operandi della società, viene vista dall’intera comunità veronese come una svendita mal gestita dalla politica che non ha fatto niente per intervenire quando poteva, né dall’ambiente finanziario che, anzi, non ha celato le intenzioni di voler cannibalizzare la centenaria storia della compagnia.
Ma avrà senso, come fa notare monsignor Zenti, utilizzare ancora riferimenti alla comunità religiosa per questa società che, in futuro, niente avrà di accomunabile ad essa?

Categorie Articolo: assicurazioni

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