L’appuntamento della “Economy of Francesco School” dal titolo “Peace, Fides and Economy” ha riunito giovani economisti, imprenditori e studiosi provenienti da oltre 50 Paesi. L’intervento del Patriarca di Gerusalemme Mons. Pierbattista Pizzaballa.
L’attenzione di Papa Francesco per un’economia più solidale ed inclusiva ha portato un frutto destinato ad incidere nel prossimo futuro. “Economy of Francesco” (EoF) è infatti oggi il più vasto movimento di giovani imprenditori ed economisti diffuso in tutto il mondo.
Possiamo apprezzarne la vivacità in tutte le principali piattaforme sociali dove compaiono abbondantemente l’acronimo EoF e l’hashtag #FrancescoEconomy. Modalità utilissime per comunicare in maniera più immediata e coinvolgere più persone a trasmettere i contenuti del progetto.
The Economy of Francesco School
Il professor Luigino Bruni – Direttore Scientifico di Economy of Francesco (EoF) – ha principiato questo percorso il 3 marzo scorso. La lezione si è incentrata sull’ineludibile esigenza di apprendere l’uso senza proprietà sull’esempio di San Francesco d’Assisi. Gli interventi di Valentina Rotondi e Paolo Santori hanno ulteriormente arricchito di contenuti l’appuntamento inaugurale.
Il concetto francescano del vivere sine proprio ed il futuro dei beni comuni sono i temi che hanno dato inizio alla prima edizione della scuola di alta formazione. Lo stesso Bruni, professore ordinario di Economia Politica presso la Lumsa di Roma, in un recente editoriale dal titolo “L’economia del settimo tempo” aveva aperto uno scenario che non può lasciarci indifferenti:
Con il terzo millennio siamo entrati nell’era dei beni comuni: se continuiamo a sentirci proprietari e padroni della terra, dell’atmosfera, degli oceani, riusciremo solo a distruggerli. Dobbiamo, presto, imparare a utilizzare i beni senza esserne padroni, dobbiamo velocemente apprendere l’arte dell’uso senza proprietà. L’arte di Francesco. E se fosse l’economia del sine proprio quella dell’era dei beni comuni? Sarà quella di Francesco l’oikonomiain grado di salvare noi stessi e la terra?
Interrogativi dal sapore profetico che, siamo certi, saranno al centro del dibattito e delle azioni delle generazioni presenti e future.
Un’economia in cammino tra Pace e fede
La seconda lezione della scuola di alta formazione di EoF non ha affatto deluso le aspettative dell’esigente e giovane pubblico. In linea con il primo evento, i contenuti esposti dagli autorevoli relatori sono stati utili a trasmettere anche le dinamiche apparentemente più complesse.
La meravigliosa introduzione di Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, è riuscita a scaldare il cuore dei partecipanti. Vale la pena ricordare che Mons. Sorrentino è, da sempre, molto attento anche alle dinamiche economiche e del lavoro. Il Vescovo di Assisi, oltre a ricoprire la prestigiosa carica di Presidente del Comitato di EoF, è infatti il maggiore studioso della figura dell’economista cattolico Giuseppe Toniolo.
Le testimonianze di Bernat Sellarès Gómez, Elena Batani e Nayeli Perez Negrón hanno reso evidenti le sensibilità dei “villaggi tematici” all’interno del movimento EoF. Sono infatti più di 1.000 i giovani coinvolti nella discussione di 12 tematiche principali: “Lavoro e cura”, “Management e Dono”, “Finanza e Umanità”. Ma anche “Energia e Povertà”, “Business e Pace”, “Policies for Happiness”, “Vita e stili di vita”, “Profitto e Vocazione”, “Imprese in transizione”. E, per finire, “CO2 della disuguaglianza”, “Agricoltura e Giustizia” ed “Economia è Donna”. Le attività sono coordinate ciascuna da 2 membri, un junior e un senior, scelti dal Comitato Scientifico, e da circa 10 collaboratori esterni.
L’esperienza del Patriarca di Gerusalemme
L’intervento centrale è stato quello di un francescano di grande spessore come Mons. Pierbattista Pizzaballa che ha acceso i riflettori sul fronte mediorientale. Al centro della lezione vi è l’importanza di perseguire obiettivi di pace e di fede per un miglior funzionamento del sistema economico.
L’Arcivescovo ci ha ricordato che, di fronte a una crisi mondiale, la paura ci ha disorientato e paralizzato. Le sfide della globalizzazione sono molteplici e di difficile soluzione. Gli esseri umani non sono un prodotto e non possono vivere come se Dio non esistesse. L’economia ha estremo bisogno di riscoprire una dimensione spirituale. La religione, in questo senso, afferma un’identità che deve avere un approccio necessariamente inclusivo.
Coltivare una consapevolezza religiosa e aver fatto esperienza di Dio ci conduce a un dialogo aperto con tutti e spalanca le porte di quell’indispensabile sviluppo umano integrale tanto caro a Papa Francesco. La pace ha bisogno di gesti per essere correttamente nutrita ed alimentata. Deve essere propriamente annunciata.
L’esortazione del Patriarca di Gerusalemme ci invita a ritornare a Dio per volgerci così anche ai bisogni degli uomini e delle donne più vulnerabili del nostro tempo. Avvertire un’esigenza di conversione è il punto di partenza per abbracciare una corretta visione economica, umana e sociale. Non abbiamo tutte le risposte ai complessi interrogativi – afferma Mons. Pizzaballa – perchè stiamo vivendo il tempo delle domande. Dobbiamo farci però le domande giuste. Viviamo la consapevolezza che l’alternativa economica del futuro dovrà tendere allo sviluppo umano integrale. Tutta l’economia dipende fortemente dal binomio pace-fede. In questo senso, l’esperienza religiosa ha un ruolo fondamentale per contribuire alla concreta stabilità delle complesse dinamiche sociali di oggi.
EOF e l’osservatorio: “avviare processi”
L’Osservatorio Permanente sui Beni Ecclesiastici non perde occasione per seguire da vicino ogni iniziativa del movimento fin dalla sua fondazione. Il nostro team partecipa a ciascuna delle 12 lezioni e ai 4 workshop interattivi promossi dal Comitato Scientifico di EoF.
Non esiteremo quindi a diffondere il messaggio di Papa Francesco che intende riformare il sistema economico rimettendo al centro la cura della persona nel contesto di una piena fraternità universale. Non metteremo assolutamente in secondo piano quell’armonia con la casa comune ancora tutta da ritrovare.
In questa direzione, accogliamo direttamente l’invito del Santo Padre a collaborare per “avviare processi” senza occupare spazi.