So che devo farla, sono stato chiamato a farla, poi sarà il Signore a dire se ho fatto bene o se ho fatto male (Papa Francesco)
In un’intervista di Gian Marco Chiocci per AdnKronos troviamo un Papa Francesco senza filtri sugli episodi che hanno investito la Chiesa nelle ultime settimane: «Purtroppo è una storia ciclica, si ripete, poi arriva qualcuno che pulisce e rassetta – osserva il Papa – ma poi si ricomincia in attesa che arrivi qualcun altro a metter fine a questa degenerazione».
«La Chiesa è stata sempre una casta meretrix, una peccatrice. Diciamo meglio: una parte di essa, perché la stragrande maggioranza va in senso contrario, persegue la giusta via». Però, continua, «è innegabile che personaggi di vario tipo e spessore, ecclesiastici e tanti finti amici laici della Chiesa, hanno contribuito a dissipare il patrimonio mobile e immobile non del Vaticano ma dei fedeli. A me colpisce il Vangelo quando il Signore chiede di scegliere: o segui Dio o segui il denaro. Lo ha detto Gesù, non è possibile andare dietro a entrambi».
La battaglia contro la corruzione diventa quindi necessaria: «So che devo farla, sono stato chiamato a farla, poi sarà il Signore a dire se ho fatto bene o se ho fatto male. Sinceramente non sono molto ottimista (sorride, ndr) però confido in Dio e negli uomini fedeli a Dio. Ricordo di quand’ero a Cordoba, pregavo, confessavo, scrivevo, un giorno vado in biblioteca a cercare un libro e mi imbatto in sei-sette volumi sulla storia dei Papi, e anche tra i miei antichissimi predecessori ho trovato qualche esempio non proprio edificante».
Papa Francesco non ha paura di ritorsioni e, alla domanda diretta, risponde con un’altra domanda: «E perché dovrei averne?». E spiega: «Non temo conseguenze contro di me, non temo nulla, agisco in nome e per conto di nostro Signore. Sono un incosciente? Difetto di un po’ di prudenza? Non saprei cosa dire, mi guida l’istinto e lo Spirito Santo, mi guida l’amore del mio meraviglioso popolo che segue Gesù Cristo. E poi prego, prego tanto, tutti noi in questo momento difficile dobbiamo pregare tanto per quanto sta accadendo nel mondo». La conoscenza, la competenza e la collegialità proposti dall’Osservatorio Permanente sui Beni Ecclesiastici saranno strumenti preziosi per «pulire e rassettare» la Chiesa come desidera il Santo Padre e come tutto il Popolo di Dio vorrebbe.
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