Prudenza e competenza ispirano l’azione dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica.
Il vescovo Nunzio Galantino, Presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica) ha rilasciato a Mimmo Muolo di Avvenire un’intervista dalla quale si evince il ruolo strategico del dicastero vaticano. In un momento innegabilmente segnato da episodi poco edificanti, lo stile trasparente e concreto adottato dall’attuale team al vertice dell’Apsa diventa un vero e proprio modello. Modello che è positivo per tutta la Chiesa.
«Ogni buon padre di famiglia – osserva Mons. Galantino – sa che deve essere anche un buon amministratore. Ogni buon amministratore ha cura di risparmiare qualcosa per i tempi difficili. E di investire i risparmi.
Così ha fatto e continua a fare il Vaticano. Nel tempo – a partire da quelli meno recenti (1929) – non sempre si è speso tutto quello che si è ricevuto. E, come ha ricordato il Papa tornando dal suo viaggio in Giappone, «è imprudente mettere il denaro (residuo) in un cassetto e non investirlo».
Pensare al futuro
Il presidente Galantino ha le idee estremamente chiare: «Come in ogni famiglia e, senza far torto alla Provvidenza, anche da queste parti bisogna pensare al futuro. Nel nostro caso – continua il Presidente – “pensare al futuro” vuol dire creare le condizioni perché la Chiesa, dal punto di vista materiale, possa continuare a svolgere la sua missione. In maniera efficace e in libertà, necessaria all’annunzio del Vangelo. Un modo per “pensare al futuro” è quello di investire, quando ci sono, le somme residue. Con prudenza e con competenza».
Nel corso del suo intervento, il vescovo Galantino, ammette di aver implementato quella indispensabile “Collegialità” – tanto cara all’Osservatorio Permanente sui Beni Ecclesiastici (ndr)-: «Ora insomma ci sono più occhi che guardano le operazioni e verificano le procedure. Si è avviato un importante lavoro di squadra votato all’efficienza e alla trasparenza della gestione».
Lo stile dell’APSA nell’etica negli investimenti
«Si è avviato un lavoro di squadra votato all’efficienza e alla trasparenza della gestione che sta dando frutti.»
Il Presidente dell’Apsa non perde occasione per sottolineare l’importanza dell’etica in ogni investimento: «Proprio facendo tesoro dell’esperienza passata, e degli errori commessi, stiamo lavorando per arrivare a un nuovo modello di gestione. Più prudente, trasparente e professionale. Con opportuni controlli perché gli investimenti siano etici, ispirati alla Dottrina sociale della Chiesa e fruttuosi».
Il ruolo del Papa è cruciale: «È in gioco un cambio di mentalità – continua Galantino – sempre difficile da realizzare con facilità e in maniera celere, nel quale ci stiamo indirizzando con la guida di Papa Francesco».
«Quanto si sta facendo ora va nella direzione giusta e sta dimostrando che le procedure che stiamo mettendo in atto per migliorare il sistema funzionano.»
Mons. Galantino, con la concretezza che gli è propria, elenca i cambiamenti che vanno dalla pubblicazione del “Codice appalti”, alla costituzione della “Commissione di materie riservate”, alle procedure per gli atti di amministrazione straordinaria, alla centralizzazione degli investimenti e alla definizione di procedure chiare. Cambiamenti che permettono tracciabilità, trasparenza e controlli.
Da parte nostra, dobbiamo evidenziare che l’efficace azione attuale dell’Apsa diventa un modello nell’implementazione concreta delle 3C – Conoscenza, Competenza e Collegialità – proposte dall’Osservatorio Permanente sui Beni Ecclesiastici.
La trasparenza dell’attività, come nello stile dell’Apsa, è evidente a tutti ed il Presidente Galantino conclude con ottimismo: «La strada è lunga ma, con l’aiuto del Signore e per il bene della Chiesa, pensiamo di farcela».
Riconoscimento editoriale: Avvenire / Immagine: Siciliani-Gennari/SIR