Un’utopia che diventa realtà. La Living Chapel è il verbo francescano che diventa reale e tangibile, un pezzo di paradiso naturale che si pone l’obiettivo di riforestare il pianeta partendo da Roma. Un sogno che partì cinque anni fa, con l’uscita della Laudato si’…
Una rivoluzione che parte da un Orto Botanico e da un’enciclica papale.
In questi tempi, con poche certezze e molti valori confusi, è bello vedere che un cambiamento che rispetti e valorizzi il pianeta possa partire da un giardino nel cuore di Roma grazie alle parole e all’impegno profuso dal Papa.
Da sempre Francesco ha voluto mettere, come punto fermo del suo papato, il rispetto e l’amore verso il creato. Dono che il Padre Eterno ci ha dato e che noi, nella nostra ignoranza e ingordigia, stiamo rovinando per futili motivi.
Perciò anche una testimonianza tangibile di questo impegno riempie i cuori di orgoglio e gioia, e questo vuole essere la Living Chapel.
Cos’è la Living Chapel?
Un’installazione architettonica caratterizzata da piante provenienti da tutto il mondo, opera del lavoro corale promosso dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, unione d’intenti che raccoglie gli sforzi dell’architetto canadese Gillean Denny, l’Università La Sapienza di Roma, un centinaio di allievi della Pennsylvania State University, l’ONU e il Movimento Cattolico Mondiale per il clima.
Composta da decine di steel drums, degli strumenti a percussione ottenuti dal riciclo di barili del petrolio, le cui armonie vengono ricavate dall’acqua raccolta dai rami delle piante del giardino, la struttura è stata realizzata negli Stati Uniti da dove è partita a fine Gennaio 2020 per giungere nella città capitolina a Marzo, dove in pieno lockdown è stata assemblata.
Il futuro delle Living Chapel
Questa installazione, comunque, è solo la prima di una lunga serie che già stanno venendo costruite per tutta l’Italia. E il limite non sono i confini nazionali. La testimonianza francescana vuole essere portata ovunque nel mondo, a iniziare dalle due già programmate in Sahel, nel cuore del Sahara, e nell’Amazzonia ecuadoriana.
Obiettivi non casuali, dato che sono tra le zone ecologiche più a rischio nel mondo.
Perché il progetto vuole concretizzare una visione secondo la quale tutta la Terra è casa di Dio. E perciò ogni sforzo sarà volto a coadiuvare il progetto One Trillion Tree Campaign delle Nazioni Unite, che come dice il nome vuole riforestare l’intero globo. Per ristabilire un’armonia col Creatore, che unisca l’umanità al Creato.
Le parole di don Kureethadam
Da sempre in prima linea per la “questione ecologica”, tra le file del Vaticano, il salesiano – coordinatore del settore Ecologia e Creato del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale – fa notare come la Living Chapel, allo stesso modo delle cappelle ordinarie, ci ricordi che tutto il mondo è la casa di Dio. Perché Dio stesso, nell’incarnazione, si è fatto carne su questa Terra. Che quindi è sacra e deve essere rispettata e tutelata.
Come ogni cappella, il nostro mondo è un luogo prezioso e importante che ci permette di metterci in contatto con Dio.
Parole forti, ricordate dallo stesso Pontefice nel Messaggio per la giornata mondiale di preghiera per la cura del creato.
E che, si spera, siano da monito per tutti.
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