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I dati aperti al servizio dei beni culturali ecclesiastici italiani

Nov 10, 2020 | Osservatorio News

BCE - Osservatorio Beni Ecclesiastici

La collaborazione virtuosa tra l’«Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto» e ISTAT

La tradizionale e consolidata prassi di scambiare informazioni tra istituzioni per garantire la massima circolarità dei dati si può considerare superata dalla logica “open data”. Tutto ciò permette di innescare un circolo virtuoso per una maggiore accessibilità e fruizione dei dati a chiunque sia interessato. Un modello, in questo senso, è costituito dalla Lettera d’intesa sottoscritta tra l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto (BCE) ed Istat il 22 dicembre 2018 e poi ulteriormente raffinata, il 24 febbraio 2020, dal coinvolgimento dell’Istituto Centrale del Catalogo Unico.

Martedì 10 novembre, l’Osservatorio Permanente sui Beni Ecclesiastici ha seguito il seminario online “Dalla condivisione delle informazioni ai dati aperti” promosso dall’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto (BCE) insieme all’Istituto nazionale di statistica (Istat). L’incontro è stato aperto da don Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio, che ha confermato l’impegno e la vitalità di BCE nell’esplorare le nuove tecnologie e metterle al servizio della comunità. Per la prestigiosa occasione, sono intervenuti molti protagonisti dei vari settori che coinvolgono la tematica trattata. La dott.ssa D’Agnelli – Addetta ai progetti di censimento, tutela e valorizzazione del patrimonio – ha evidenziato l’importanza strategica dell’argomento. Senza però dimenticare che “dietro alle reti di dati, ci sono reti di persone”. Partner e collaboratori di numerosi progetti di BCE si sono succeduti tra gli interessanti interventi.

La logica “open data”

La carenza di interoperabilità tra patrimoni e sistemi informativi può essere infatti superata dall’adozione di nuove metodologie per la condivisione dei dati. I sistemi informativi si imbattono in molte criticità nel procedere al tradizionale scambio di informazioni dei dati. Tali problematiche possono essere vinte dalla logica “open data” capace di risolvere le dinamiche legate al fenomeno denominato “lock-in”.

L’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana è stato istituito dal Consiglio Episcopale Permanente il 27 settembre 2016. Nei propri ambiti di competenza l’Ufficio costituisce lo strumento operativo al servizio della Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana. Strumento indispensabile nella collaborazione con le Diocesi, le Conferenze Episcopali Regionali e le Società di vita apostolica in tutto ciò che riguarda l’edilizia di culto, la tutela e la corretta valorizzazione, l’adeguamento liturgico e l’incremento dei beni culturali ecclesiastici. La competenza dell’Ufficio si estende anche alla cura degli archivi, delle biblioteche, dei musei, delle collezioni ecclesiastiche.

Riconoscimento editoriale: BCE

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