Domenica scorsa il messaggio episcopale di Papa Francesco ha preso corpo nel cuore della capitale italiana. Don Kureethadam ha infatti avuto l’onore e la responsabilità di poter benedire il nuovo Giardino Laudato si’. Con l’auspicio che diventi un riferimento per iniziative e incontri multiculturali.
Domenica 22 Novembre era la giornata degli alberi.
Un’occasione propizia per portare avanti le politiche dettate dall’enciclica Laudato si’, vergata dal Pontefice e imperniata sullo spirito francescano.
Lo deve aver sicuramente pensato anche don Joshtrom Isaac Kureethadam, coordinatore del settore Ecologia e Creato del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. Che ha, perciò, scelto la data simbolica per inaugurare e benedire un nuovo parco, intitolato proprio all’enciclica del 2015.
Le parole di San Francesco che germogliano nel cuore pontificio
Il Giardino Laudato si’, infatti, nasce dal lavoro di recupero urbano e riqualificazione effettuato sul Giardino di Confucio, nel cuore dell’Esquilino. Area precedentemente in preda al degrado e che ora si pregerà di rappresentare un punto d’incontro multiculturale.
Tanti, intanto, sono gli abitanti del quartiere che Domenica si sono riuniti all’inaugurazione presieduta dal Padre salesiano, vero e proprio braccio destro del Papa per le questioni legate all’ambiente.
Il Sacerdote, autore anche di interessanti libri e saggi legati alla stessa Laudato si’, ha voluto ricordare i messaggi lasciatici da San Francesco. Questi sono veri e propri moniti alla ricerca della creazione di un’identità ecologica e all’amore per il Creato.
Un’occasione di festa che ha unito sia gli abitanti dell’Esquilino che gli operatori e i responsabili del mercato omonimo, coinvolgendo addirittura i fedeli della vicina parrocchia di Sant’Eusebio.
Due verdi testimoni di fede e amore
Per l’apertura del parco sono stati piantati due piccoli cipressi regalati dall’Orto Botanico capitolino mediante il progetto Living Chapel e l’associazione Respiro Verde Legalberi.
Il Giardino ospiterà anche un albero di kaki proveniente dalla città martire giapponese di Nagasaki, in memoria della visita sostenuta dal Pontefice esattamente un anno prima, il 24 Novembre 2019.
Questi sono solo alcuni esempi del florido e variegato assortimento floreale che verrà piantato nei prossimi mesi, sia nel giardino che nelle piazzole e aiuole del quartiere. Luoghi finora abbandonati all’asfalto, e che torneranno a vivere e respirare.
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